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Breaking news da Ginevra: Patek Philippe presto sul mercato
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Breaking news da Ginevra: Patek Philippe presto sul mercato

Il Sole 24 Ore del 21 gennaio riporta la notizia che da qualche settimana gira la voce che la più prestigiosa Casa di orologi al mondo, Patek Philippe, una delle pochissime rimaste indipendenti, potrebbe essere posta sul mercato dalla famiglia Stern, che ne detiene saldamente il controllo da quattro generazioni. Il fatturato annuo di Patek Philippe si aggira intorno a 1,5 miliardi di franchi svizzeri ed autorevoli analisti finanziari quali Berenberg, valutano che le offerte da parte dei grandi gruppi del lusso potrebbero essere comprese tra i 7 e 9 miliardi di euro, offerte che la famiglia Stern pare stia adesso prendendo in considerazione più seriamente che in passato.

La Maison ginevrina ha 180 anni di storia, specializzata sui prodotti di alta ed altissima orologeria, recita da sempre la parte del leone nelle aste specializzate, con continui record sui prezzi di vendita degli orologi vintage, nell’attuale gamma della casa sono presenti capolavori con grandi complicazioni con prezzi di listino anche ben oltre il milione di euro, ma anche modelli basici da circa 10.000 euro in su che sono sempre dei best sellers.

I potenziali acquirenti potrebbero essere Richemont o Swatch Group, in prima battuta, ma anche LVMH e Kering sono players credibili in questa clamorosa operazione che vede al centro dell’attenzione la marca sicuramente più elitaria dell’intero panorama orologiaio di lusso; certamente tra i quattro gruppi finanziari è Richemont quello che è maggiormente tarato sul settore alto, avendo già la proprietà di Jaeger LeCoultre, Vacheron Constantin, Lange & Shonne, Piaget, IWC e Cartier, ma è anche vero che il gruppo maggiormente capitalizzato e leader per fatturati annui è LVMH, che è alla ricerca da anni di un Brand di alta orologeria da porre al vertice della sua rosa composta da Zenith, Hublot, Bulgari e Tag Heuer.

Certamente appare clamorosa la prospettiva di una cessione da parte della famiglia Stern, che non più tardi di quattro anni fa ha investito circa 500 milioni di euro per innovare e potenziare la Manifattura, ma girano voci su possibili problemi di salute per Thierry Stern, presidente dal 2009, legati in particolare alla vista, che potrebbero aver orientato verso questa scelta, ancora ipotetica. Stern ha 49 anni ed ha due figli, ancora adolescenti, di certo non avrebbe nessun tipo di problema a continuare a guidare l’azienda, anche ammesso che ci siano questi supposti problemi di salute, magari con il supporto di managers di fiducia, fino all’avvento dei suoi figli, che rappresenterebbero la quinta generazione di Stern alla guida dell’azienda, ma, evidentemente il pressing dei potenziali compratori si è fatto ancora più intenso e le offerte economiche ancora più allettanti e se già se ne parla in termini ben più definiti che in passato, vuol dire che qualcosa reale ci deve essere.

Non sarebbe da escludere anche un interessamento all’acquisto di Patek da parte di Rolex, l’unico colosso dell’orologeria non appartenente ad un gruppo finanziario, essendo notoriamente una fondazione con partecipazione pubblica della municipalità di Ginevra, tra l’altro è proprio questo uno dei motivi per cui la Casa della Corona ha superato meglio di altri la grande crisi dell’orologeria svizzera a cavallo degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso consolidandosi ancor di più per gli anni successivi ed acquisendo un vantaggio commerciale che ancora oggi è ben evidente. Una certa affinità tra le due aziende esiste, non certo nella tipologia di prodotto e nei numeri di pezzi prodotti, ma sul concetto che entrambe le case hanno di autonomia produttiva e distribuzione commerciale tradizionale, non attratta dalle sirene dell’e-commerce, di sicuro le leadership delle due case sono perfettamente allineate, per non parlare di un certo interscambio di top manager e tecnici che negli ultimi anni sono passati dall’una all’altra casa, senza strascichi astiosi; sono segnali di una certa importanza in un mondo ipercompetitivo come quello dell’alta orologeria.

E’ l’ipotesi meno “chiacchierata”, e chissà che, proprio per questo, non sia la più concreta, di solito in questo tipo di business di altissimo livello sono spesso le ipotesi “sottotraccia” quelle che poi diventano realtà, quello che è certo è che nascerebbe un “polo delle Manifatture” di Ginevra che avrebbe una capacità di produrre utili senza eguali per tutti gli altri concorrenti, con un fatturato aggregato di circa 7 miliardi di franchi svizzeri, una distribuzione di tipo esclusivamente tradizionale, tramite boutique monomarca gestite sempre con partners locali, oppure gioiellerie ed orologerie, la gran parte dotate di centro assistenza interno autorizzato, per un servizio al cliente che va dalla vendita all’assistenza post vendita di altissimo profilo, di sicuro caratteristiche premianti per prodotti di extra lusso.

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