Uno dei più famosi orologiai viventi è sicuramente Franck Muller, non molti sanno che nelle sue vene scorre sangue italiano. Franck è di padre svizzero e di mamma italiana, pugliese, per la precisione, ed ha la doppia cittadinanza, svizzera ed italiana, il suo nome sul passaporto non è Franck, bensì Francesco Muller.
E’ nato nel 1958 a La Chaux de Fonde, la sua storia è veramente affascinante. Franck è uno dei pochissimi artigiani che ha saputo creare alla fine del secolo scorso un Marchio di successo indipendente con il suo nome, sfidando le case storiche dell’alta orologeria, ci sono riusciti prima di lui in pochissimi, Gerald Genta e Daniel Roth tra i più famosi, ma Franck Muller è riuscito a rimanere indipendente, non è poco; quasi tutti gli altri sono stati assorbiti ed addirittura fagocitati dai grandi gruppi finanziari, fino a scomparire del tutto come Brands.
A ventidue anni è già un artigiano rinomato per il restauro di orologi antichi, si specializza nel riportare a nuova vita meccanismi d’epoca con complicazioni, uno dei suoi facoltosi clienti collezionisti ama chiamarlo “The Master of Complications” (maestro delle complicazioni), questo “titolo” viene tutt’ora riportato sugli orologi che portano il suo nome.
Nel 1991 crea il primo orologio con il suo nome, il marchio è “Franck Geneve”, subito dopo, grazie alla società fatta insieme al collezionista ginevrino di origine armena Vartan Sirmakes, fonda la società con il nome “Franck Muller” e crea la caratteristica cassa di forma Cintrée Courvex, di grandi dimensioni e con un bellissimo quadrante.
Nel panorama di allora il nuovo modello proposto da Franck è veramente dirompente, è originale, ha personalità da vendere e la fama di “Master of Complications” del suo creatore fanno il resto, progressivamente Franck Muller propone orologi con complicazioni sempre più particolari, oltre alle tradizionali funzioni tipiche dell’alta orologeria, eseguite con abilità senza pari, inventandosi meccanismi assolutamente mai visti, come il Crazy Hours, con le ore distribuite disordinatamente sul quadrante e la lancetta delle ore che salta da un punto all’altro del quadrante seguendo lo scorrere del tempo.
Il suo stesso atelier è qualche cosa di unico, a Genthod, nei pressi di Ginevra, una villa del 19° secolo immersa in uno spettacolare parco, all’interno del quale due moderni impianti di produzione interamente ricoperti di specchi, riflettono alla vista del fortunato visitatore l’immagine della villa stessa e della lussureggiante vegetazione del parco; un vero e proprio mondo parallelo, che lui ha voluto chiamare “Watchland”. Onore al merito di questo grande talento della tecnica orologiaia e dell’imprenditoria.